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Accreditamento 103127
Titolo L'UTOPIA DEL POSSIBILE. TRA PSICOANALISI E PEDAGOGIA: LA LEZIONE DI ANNA FREUD OGGI
Data inizio 10/10/2014
Data fine 11/10/2014
Obiettivo N.18. CONTENUTI TECNICO-PROFESSIONALI (CONOSCENZE E COMPETENZE) SPECIFICI DI CIASCUNA PROFESSIONE, SPECIALIZZAZIONE E ATTIVITÀ ULTRASPECIALISTICA. MALATTIE RARE
Ore 10
Crediti 9
Professioni Medico chirurgo, Psicologo, Educatore professionale, Logopedista, Terapista della neuro e psicomotricita' dell'eta' evolutiva
Discipline Neuropsichiatria infantile , Pediatria, Pediatria (pediatri di libera scelta), Psicoterapia, Psicologia, Educatore professionale, Logopedista, Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, Psicoterapia
Quota iscrizione € 145,00 IVA inclusa - Studenti € 85,00 IVA inclusa
Luogo Bologna, Centro San Domenico
Indirizzo Bologna, Piazza San Domenico 12
Sponsor evento non sponsorizzato
Resp. scientifico Adriana Grotta
Razionale Quarant’anni fa Anna Freud pubblicava Beyond the infantile neurosis , uno scritto breve ma significativo da diversi punti di vista. Analogamente al famoso lavoro del padre Sigmund, al di là del principio di piacere (1920) che riecheggia nel titolo, questo scritto rappresenta nella ricerca di Anna contemporaneamente un punto d’arrivo e l’apertura a una nuova fase.
Durante la seconda guerra mondiale Anna Freud aveva aperto a Londra asili residenziali destinati ai bambini senza famiglia (War Nurseries), coadiuvata da molti collaboratori con formazione psicoanalitica e diversa professionalità. Tra il 1941 e il 1945 venne raccolta una grande quantità di dati osservativi sulla prima infanzia e, contemporaneamente, vennero formati alla psicologia psicoanalitica dello sviluppo altri operatori.
L’accudimento di bambini traumatizzati di diversa età, anche molto piccoli, richiedeva primariamente una competenza educativa, che Anna Freud aveva maturato durante gli anni viennesi. Il suo lavoro di insegnante, nonché il suo impegno come ispiratrice di istituzioni educative quali la Jackson Nursery (1937) e, prima ancora, la scuola di Hietzing (1928-32) avevano rappresentato in questo senso un’esperienza fondamentale.
A partire dalla fine della guerra Anna Freud ritorna ad occuparsi di psicoanalisi infantile: scrive il lavoro Indicazioni per l’analisi infantile (1945), contribuisce nello stesso anno a fondare la rivista Psychoanalytic Study of the Child e avvia il corso di formazione in psicoterapia infantile a Hampstead (1947). Da quel momento, in diverse pubblicazioni, ella cerca di precisare sia la tecnica che le indicazioni della psicoanalisi infantile, focalizzandosi sui disturbi nevrotici e caratteriali.
L’altro versante di indagine, rivolta allo sviluppo normale del bambino, resta apparentemente in secondo piano, ma continua a produrre risultati, avvalendosi del contributo di pediatri, assistenti sociali, educatori.
In linea con le proposizioni dello scritto L’Io e i meccanismi di difesa (1936), entrambe le aree di ricerca pongono al centro la relazione dinamica con l’ambiente come fondamento per la costruzione della personalità nell’interazione con le istanze intrapsichiche.
Questi due ambiti di ricerca trovano un momento unificante nello scritto Normalità e patologia nell’età infantile (1965), un lavoro ambizioso che affronta lo sviluppo sotto diversi punti di vista, offrendo una sintesi delle conoscenze ottenute sia attraverso l’osservazione, sia attraverso la clinica.
Esso rappresenta un tentativo di integrare una prospettiva descrittiva con una metapsicologica ed è rivolto a professionisti di discipline diverse, in particolare in ambito psicoanalitico e pedagogico.
Molte delle proposizioni contenute in quest’opera sono diventate patrimonio comune della cultura odierna dell’infanzia.
Dall’inizio degli anni ‘70 la sfida riguarda il trattamento psicoanalitico dei disturbi gravi, che implicano deviazioni o arresto dello sviluppo. E’ in quest’ambito che si crea in Anna Freud una tensione fra l’esigenza di preservare i confini della tecnica “classica” e quella di aprire a nuove proposte in cui gli aspetti “educativi” giocano necessariamente un ruolo essenziale.
In Beyond the infantile neurosis, ribadendo la distinzione fra i disturbi nevrotici e quelli che da quel momento in avanti verranno definiti “disturbi evolutivi”, Anna Freud prende atto della necessità di nuovi strumenti per la cura di questi ultimi.
Nella linea della metodologia freudiana, Anna ritiene che sia possibile utilizzare strumenti propri di altre discipline all’interno del metodo psicoanalitico. In realtà tale riconoscimento rappresenta una sorta di passaggio di consegne ai colleghi più giovani, che ella invita a sperimentare e a continuare la ricerca nello spirito aperto e critico che ha sempre contraddistinto la sua opera.
Un filone di ricerca complementare a questo, presente da molti anni nella tradizione di Anna Freud, riguarda l’impiego di un approccio educativo orientato dalla psicoanalisi nella cura dei disturbi gravi, nell’ottica di una “fecondazione incrociata” fra le due discipline, come auspicato da Kris già nel 1948.

Il progetto di questo convegno sottolinea il valore della metodologia fondata sul confronto costante fra teoria, clinica e ricerca, che rappresenta oggi un baluardo contro i tecnicismi diagnostici e l’adesione acritica a modelli di trattamento sempre più frammentati, dove si perde la concezione della persona.
Alla luce dei rapidi cambiamenti economico-sociali e culturali del nostro tempo, ci chiediamo come la “ricerca-azione” di Anna Freud, che ha attraversato gran parte del ‘900, possa ispirare un modello di intervento in cui l’approccio psicoanalitico e quello pedagogico, integrati pur nel rispetto delle loro specificità, concorrano alla costruzione di un nuovo umanesimo.
Segreteria organizzativa ANICE
Bologna, Via Ranzani 5/10
Mail: adrigrotta@yahoo.it
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