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Accreditamento 100314
Titolo DALL’IPERTENSIONE ALLO SCOMPENSO CARDIACO. CORSO INTERATTIVO MULTIDISCIPLINARE.
Data inizio 22/11/2014
Data fine 22/11/2014
Obiettivo N.3. DOCUMENTAZIONE CLINICA. PERCORSI CLINICO-ASSISTENZIALI DIAGNOSTICI E RIABILITATIVI, PROFILI DI ASSISTENZA - PROFILI DI CURA.
Ore 8
Crediti 11,4
Professioni Medico chirurgo
Discipline Cardiologia, Gastroenterologia, Medicina interna, Ortopedia e traumatologia, Otorinolaringoiatria, Medicina generale (medici di famiglia)
Quota iscrizione 0,00
Luogo Napoli, Hotel Royal Continental
Indirizzo Napoli, Via Partenope 38/44
Sponsor Takeda Italia
Resp. scientifico Riccardo Sarzani, Antonio Sedici
Razionale L’ipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio di morte al mondo ed il principale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardio-cerebro-reno-vascolari.
Numerose e solide evidenze sono disponibili a sostegno dei beneficî derivanti dalla riduzione dei valori pressori in termini di riduzione del rischio di sviluppare infarto del miocardio, ictus cerebrale e morte per cause cardiovascolari.
È importante sottolineare, tuttavia, come i pazienti affetti da ipertensione arteriosa abbiano anche un rischio particolarmente aumentato di sviluppare insufficienza cardiaca, indipendentemente dalla presenza di ipertrofia o disfunzione ventricolare sinistra.
Lo scompenso cardiaco è una delle patologie croniche a più elevato impatto sulla sopravvivenza, sulla qualità della vita e sulle risorse economiche: colpisce dallo 0,4% al 2% della popolazione generale e ha un’incidenza che aumenta con l’età, è inoltre dimostrato come il controllo dei valori pressori determini una significativa riduzione del rischio di sviluppare questa comune complicanza.
L’importanza della terapia antiaggregante nella prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari è stata confermata da numerosi studi clinici controllati.
La gastroprotezione, l’omeostasi della mucosa gastrica, le cause del danno mucoso gastroduodenale e delle emorragie digestive da anticoagulanti ed antiaggreganti (tienopiridine in particolare), hanno messo in evidenza l’importanza della valutazione del rischio emorragico nei pazienti in terapia antiaggregante, raccomandando di associare una terapia gastroprotettiva con farmaci inibitori di pompa protonica (IPP), in particolare nei soggetti a rischio. (documento di consenso congiunto, redatto nel 2008 dalle società di gastroenterologia e di cardiologia).
A seguito di alcune revisioni e segnalazioni scientifiche secondo cui il clopidogrel potrebbe interferire con gli IPP per inibizione del complesso enzimatico del citocromo P450, nel 2009 organi internazionali di vigilanza (FDA, EMEA, AIFA) si sono pronunciati a sfavore dell’associazione clopidogrel con IPP, raccomandando in alternativa l’impiego di anti-H2.
Nel 2010 articoli scientifici e metanalisi non hanno confermato che gli IPP associati alla singola o doppia antiaggregazione possano provocare un aumento di eventi cardiovascolari per inibizione enzimatica, mentre l’uso di H2-antagonisti non è risultato giustificato perché scarsamente gastroprotettivo.

RISULTATI ATTESI
- Definire lo stato dell’arte
- Migliorare le conoscenze sulle patologie cardiache
- Fornire al medico gli strumenti operativi per un corretto controllo del paziente migliorandone la gestione
- Ottimizzare le prescrizione
- Creare un link solido ed efficace tra ospedale e territorio
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