Dettaglio corso RES
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Accreditamento 269723
Titolo LA MODERNA TERAPIA FARMACOLOGICA DI ASSOCIAZIONE. DIVERSI BENEFICI PER DIFFERENTI MECCANISMI D'AZIONE.
Data inizio 12/10/2019
Data fine 12/10/2019
Obiettivo N.18. Contenuti tecnico-professionali (conoscenze e competenze) specifici di ciascuna professione, di ciascuna specializzazione e di ciascuna attività ultraspecialistica, ivi incluse le malattie rare e la medicina di genere
Ore 7
Crediti 7,0
Professioni Medico chirurgo, Farmacista
Discipline Angiologia, Cardiologia, Geriatria, Malattie dell'apparato respiratorio, Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, Medicina interna, Nefrologia, Anestesia e rianimazione, Medicina generale (medici di famiglia), Farmacia ospedaliera, Farmacia Territoriale
Quota iscrizione gratuita
Luogo Bologna, Teatro del Baraccano
Indirizzo Via del Baraccano 2
Sponsor Multisponsor
Resp. scientifico Andrea Pozzati
Razionale Secondo le nuove Linee guida congiunte ESC-ESH (European Society of Cardiology/European Society of Hypertension), il ricorso alla terapia di associazione, cioè a due (o più) principi attivi contenuti in una stessa pillola potrebbe rivoluzionare il trattamento della pressione arteriosa. Le nuove Linee guida si distinguono dalle precedenti raccomandazioni che sostenevano un approccio al trattamento dell'ipertensione per gradi (inizio della terapia con un farmaco, seguito dall'aggiunta a questo di un secondo o di un terzo all'occorrenza). Tale approccio è stato sconfessato perchè viziato dall' “inerzia terapeutica” a cambiare la strategia iniziale di trattamento: almeno l'80% dei pazienti dovrebbe passare al trattamento con due farmaci anti-ipertensivi, mentre la maggior parte di essi rimane soggetta a trattamento con un solo farmaco. Anche linee guida internazionali e nazionali per la gestione dell’ipercolesterolemia, nella loro più recenti revisioni, ribadiscono l’importanza di raggiungere e mantenere nel tempo specifici livelli di C-LDL in rapporto al profilo clinico dei singoli pazienti. Questi target lipidici possono essere raggiunti grazie alla disponibilità di differenti farmaci, utilizzabili da soli o in associazione. La sindrome coronarica acuta offre da anni il modello di come la terapia antiaggregante di associazione tra acido acetilsalicilico e inibitori del recettore P2Y12 presenta effetti sinergici nel ridurre il rischio di nuovi eventi coronarici nel paziente con SCA. Lo scompenso rappresenta il vero “paradigma” (citando il trial con sacubutril-valsartan…) di come una associazione realmente precostituita abbia raggiunto risultati impensabili nella storia della patologia più grave che il cardiologo affronta quotidianamente. Un paziente su tre con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) non aderisce alla prescrizione medica, complici, tra gli altri, la necessità di assumere quotidianamente più farmaci e la difficoltà ad usare in maniera corretta diversi device (erogatori). L’aderenza resta bassa anche dopo gli episodi di riacutizzazione, con una riduzione della sopravvivenza a cinque anni dal ricovero. Per superare questa criticità sono auspicabili l’adozione di modelli di presa in carico del paziente che si basano sulla gestione integrata delle strutture cliniche e l’impiego di terapie di associazione, somministrate con un unico inalatore.
Segreteria organizzativa Project & Communication
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